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Il Green Screen: cos’è, a cosa serve e come funziona
Da “Il Ladro di Bagdad” (1940), fino ai recentissimi Star Wars e The Avengers, gli effetti cinematografici realizzati tramite Green e Blue Screen hanno caratterizzato le storie più incredibili arrivate sul piccolo e grande schermo.
Oggi vogliamo introdurvi a questa fondamentale tecnica. Vi spiegheremo come funziona il Green Screen e come potrete applicarlo ai vostri progetti.
I meno esperti potrebbe pensare che con i propri mezzi sia difficile ottenere dei buoni risultati, non è così. Con la giusta conoscenza, tempo e dedizione chiunque può creare effetti credibili tramite questa tecnica.Prima che vi gettiate a capofitto nella realizzazione di effetti epici e mirabolanti vogliamo spiegarvi come funziona esattamente lo screening.
La Tecnica del green screen
Il Green Screen è una scorciatoia del settore utilizzata per facilitare un processo chiamato Chroma Keying o chiave cromatica. Questo processo viene utilizzato per unire due sorgenti video attraverso una precisa tonalità del colore. Esso consente di rimuovere un colore (il Chroma Key) da una clip permettendo così all’immagine in secondo piano di venire in superficie. Questa immagine di sfondo viene chiamata Plate e più essa si fonde con il tuo filmato superiore, più credibile risulterà l’effetto.
Potete utilizzare qualsiasi colore come Chroma Key, il blu e il verde sono i più utilizzati in quanto non sono presenti nelle tonalità della pelle umana. Questo è molto importante poiché la maggior parte dei video si concentra sulle persone come soggetto principale. L’utilizzo di una tonalità più calda come il rosso o l’arancione potrebbe causare alcuni effetti indesiderati.
Ricordate che qualsiasi oggetto in scena che corrisponda al Chroma Key scomparirà in fase di post produzione.
La tecnica con schermo verde può essere utilizzata anche in applicazioni più pratiche, ad esempio quando si desidera sovrapporre una grafica ad un soggetto – si pensi alle previsioni del tempo o per un semplice mantello dell’invisibilità. Se vi diciamo Harry Potter vi viene in mente qualcosa?
La Storia del green screen
Nonostante il Chroma Keying moderno si basi su software per computer, la tecnica nasce già agli inizi del 1900. Quando il cinema era ancora ai suoi albori, i primi registi sperimentarono effetti di compositing (la combinazione di elementi visivi provenienti da fonti separate in singole immagini) utilizzando esposizioni multiple. La naturale evoluzione di questa tecnica fu il “black matte”, mascherine prima nere e poi blu che permisero di separare il soggetto dallo sfondo come nel classico di John P. Fulton del 1933, “The Invisible Man”.
Man mano che la tecnica maturava, divenne un pilastro fondamentale per le produzioni cinematografiche. Il film del 1951 di John Huston, La Regina d’Africa, ad esempio, utilizzava lo schermo blu per rappresentare alcuni dei momenti più strazianti del film. La tecnica era però ancora grezza, un contorno luminoso rivelava inequivocabilmente l’artificio sul viso di Bogart in alcune scene.
Oggi la tecnica del Green Screen è stata perfezionata, il filmato con il Chroma Key si fonde perfettamente con il Plate di sfondo grazie a miglioramenti tecnologici e tecniche di acquisizione più sofisticate. Le fotocamere digitali moderne possono acquisire le immagini con maggiore fedeltà dei colori e il software dedicato al chroma keying consente un maggiore controllo della gamma cromatica. Con questi strumenti i registi odierni possono raccontare storie incredibili, storie con un elaborazione pazzesca. Sappiamo benissimo che gli attori de “Lo Hobbit” non visiteranno mai Rivendell, ma i nostri occhi ci raccontano qualcosa di diverso.
Le problematiche del green screen
Il Green Screen è una tecnica chiave nelle produzioni cinematografiche contemporanee ma esistono anche alcune situazioni per le quali l’utilizzo di questa tecnica ha qualche controindicazione. Ci vuole molta pianificazione, tempo e sforzi per ottenere un chroma keying efficace, per non parlare della grande mole di lavoro in post-produzione.
Se avete l’opportunità di girare la vostra scena senza l’utilizzo di un Green Screen, questa è la strada che vi consigliamo di percorrere. Se avete bisogno di un soggetto sulla spiaggia e vivete nei pressi di una località marittima andate a girare direttamente sulla costa. Mentre se la vostra necessità è quella di riprendere un personaggio che cammini sulla superficie lunare, il Green Screen è l’unica opzione viabile. Ci sono tantissimi esempio di cattivo utilizzo anche nelle produzioni ad alto budget. Utilizzate questa tecnica solamente quando sentirete di padroneggiarla in tutte le sue componenti.
Il Green Screen può dar vite a storie fantastiche, ci permette di godere della Madre dei Draghi e del Quidditch, ma ricordate: il suo uso improprio può estraniare il pubblico in un istante.
Se siete appassionati di tecniche video, vi consigliamo di leggere il nostro articolo sul time lapse!