Viaggio in Giappone verso la fine del mondo

Viaggio in Giappone verso la fine del mondo

Viaggi al rallentatoreStagione 2, episodi 09 – 12

Il Giappone possiede un fascino unico, fatto di tradizioni antiche affiancate a una costante spinta verso il futuro. Per un turista occidentale, tuttavia, “Giappone” può significare anche stranezza e avventura.

A bordo di una vecchia auto con un motorino da 650 cc, Ludovico de Maistre e Gabriele Saluci attraversano il Sol Levante scoprendo tutte le peculiarità di una cultura a volte simile, ma molto spesso diversissima dalla nostra. Un viaggio on the road fino alla punta più a nord dell’Hokkaido, un luogo conosciuto come la “fine del mondo”.

Nel primo episodio, i nostri arrivano a Tokyo con la loro stramba automobile. A colpirli sono soprattutto l’ordine e il silenzio, così inusuali per una megalopoli che non si ferma mai. Sulla metro non vola una mosca, e nel trafficatissimo incrocio di Shibuya eserciti di passanti attendono con calma il semaforo verde.

Arriva l’ora di cena: Ludovico e Gabriele scelgono di mangiare una pietanza tipica, ma in un modo un po’ stravagante. Infatti, se il sushi è quanto di più comune si possa trovare in Giappone, ordinarlo in un ristorante in cui i camerieri sono sostituiti da tablet e nastro trasportatore dona all’esperienza un sapore tutto particolare.

Per concludere la giornata, perché non ricaricare le batterie nel modo meno convenzionale possibile? Gabriele e Ludovico pernottano in un capsule hotel, sorta di albergo simile a un alveare in cui ogni cella è un posto letto. Sconsigliato vivamente a chi soffre di claustrofobia.

Dopo questa collezione di stranezze, inizia il viaggio di 1800 km verso la fine del mondo. Lungo la strada, Ludovico e Gabriele decidono di fermarsi a una spiaggia non lontana da Fukushima, riaperta da poco dopo che il disastro della centrale nucleare l’aveva interdetta ai bagnanti. L’auto attraversa paesi abbandonati, dove il silenzio non esprime ordine o pace, ma un’opprimente desolazione. Poi, pian piano, la vita torna a popolare le strade. Ecco la spiaggia di Haragamaobama. Osservare un anziano signore che pesca, un cagnetto che corre felice sulla sabbia e un bimbo che costruisce castelli con paletta e secchiello ci riempie di ammirazione per la resilienza del popolo giapponese.

Nel secondo episodio, Ludovico e Gabriele prendono un traghetto che li porta nell’isola di Hokkaido. Dopo una cena a base di sushi, tempura e calamaro “vivo”, i due visitano il mercato del pesce di Hakodate per una colazione a base di ricci di mare.

Il tour gastronomico continua a Sapporo, il capoluogo dell’isola. Nell’atmosfera gioviale di un ristorante tipico, i nostri compagni di viaggio gustano le specialità della casa, tra cui le uova di salmone, chiamate ikura don. La mattina dopo camminano per le strade della città, ammirando, così come avevano fatto a Tokyo, un ordine e un silenzio che sembrano quasi soprannaturali.

Il terzo episodio si apre con l’auto che attraversa campi coltivati e boschi autunnali, lungo una strada che sale su per le montagne dell’Hokkaido. Le immagini cambiano, mostrandoci lo spettacolo naturale del Daisetsuzan. Questo parco naturale, il più grande di tutto il Giappone, ospita rilievi vulcanici che superano i duemila metri. Il paesaggio esibisce una ricca gamma di colori, mentre le fumarole, segno dell’incandescente attività sotterranea, si confondono in modo evocativo con le nubi più basse.

Il viaggio continua verso Nord, nel lussureggiante Hokkaido. Tra gli alberi, nascosti alla telecamera, gli orsi bruni si aggirano numerosi, condividendo il territorio con l’uomo. Per tutelarsi da questi vicini di casa temibili ma molto schivi, i bambini di qui portano attaccate allo zaino delle campanelle che suonano a ogni passo.

Dopo aver fatto tappa a un villaggio Ainu e aver avvistato dei cervi sika, Gabriele e Ludovico raggiungono la penisola dello Shiretoko, l’area più selvaggia di tutto il Giappone, dichiarata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO nel 2005. Le riprese si inoltrano nella foresta, scovando un’attrazione naturale davvero unica: un fiume caldo che scorre giù per la montagna, spandendo vapore nell’aria autunnale. Dopo un tuffo rigenerante, i nostri compagni di viaggio si rimettono in marcia. La fine del mondo li aspetta.

Il quarto episodio si apre con una gita in barca. Circondati da turisti giapponesi, Ludovico e Gabriele ammirano cascate che si gettano direttamente nel mare, scogliere boscose e incantevoli laghetti circondati dalle montagne. A una certa distanza, sulla costa pietrosa, si vedono anche degli orsi bruni intenti a pescare. Un magnifico tramonto chiude la giornata, e i nostri si dedicano a due attività tipicamente giapponesi: rilassarsi in una sorgente termale e dormire in una locanda dentro un comodo futon.

La macchina macina i 1800 km che portano a Tokyo, tappa finale di questo viaggio andata e ritorno alla fine del mondo. Di nuovo nella capitale giapponese, la narrazione si fa più contemplativa. Sullo schermo si alternano le immagini del santuario shintoista Meiji e del complesso templare buddista Sensō-ji. Due splendidi luoghi di culto che parlano di una tradizione religiosa ancora viva e vitale.

Dopo il sacro, con la notte arriva il profano: siamo al Golden Gai, quartiere disseminato di minuscoli bar dall’aspetto intimo e accogliente. Ludovico e Gabriele ne scelgono uno, passando la serata a chiacchierare con la barista e i simpatici avventori. Per dire addio al silenzioso, ordinato, selvaggio, strano e meraviglioso Giappone, Ludovico e Gabriele decidono di cantare una canzone. Nel più classico dei karaoke, ovviamente.

I filmati di Viaggi al Rallentatore sono andati in onda su Rai3, all’interno del programma Kilimangiaro, e sono visibili su RaiPlay a questo link.

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