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Viaggio in Namibia
Intervista a Giovanni de Rosa e Rosemarie Di Blasio di VagaBonded
Ciao a tutti! Oggi facciamo un viaggio in Namibia grazie a Giovanni e Rosamerie che ci trasportano con le loro parole nelle terre selvagge del continente africano. Seguite questa storia ricca di emozioni!
Chi siete?
Siamo Giovanni De Rosa e Rosemarie Di Blasio di VagaBonded: Love for Travel. Ci siamo conosciuti quasi 5 anni fa mentre, entrambi per motivi diversi, stavamo intraprendendo quella che forse è finora una delle nostre esperienze più indimenticabili: Il Cammino di Santiago. Da quel momento abbiamo unito il nostro forte amore per il mondo e la natura con viaggi, trekking e pedalate. Il nostro piccolo progetto VagaBonded, nasce dalla voglia di voler raccontare il mondo attraverso i nostri occhi e le nostre esperienze, cercando di non dimenticare mai il legame molto intimo con l’ambiente e le culture in cui ci immergiamo.
Giovanni è laureato con lode al DAMS (arte, musica e spettacolo) in cui ha appreso teoricamente i fondamenti che guidano il cinema, e nello specifico quello Documentario (grazie ad un laboratorio svolto con il relatore di tesi Francesco Crispino).
Rosemarie ha una laurea in Antropologia e Geografia presso Utrecht University ed un master in Management del Turismo.
Entrambi riconosciamo l’importanza di aver sempre affiancato ai nostri studi la costante voglia di scoprire il mondo, di aprirci a culture nuove, lasciando alla nostra indole sensibile la possibilità di maturare tanto.
Che viaggio avete fatto e dove?
Da anni abbiamo fatto del mondo, il nostro rifugio sicuro. Sono tanti i viaggi che abbiamo condiviso, così come sono altrettanto importanti le esperienze vissute in solitaria da entrambi. Dal Cammino di Santiago appunto, fino all’on the road in Irlanda; il fantastico mese itinerante di viaggio inseguendo la storia di Cuba; il trekking memorabile ai confini del Caucaso nella regione dello Svaneti in Georgia; e ancora le Aurore Boreali incredibili nei due viaggi invernali tra Norvegia e Finlandia; e ancora 1200 km in bicicletta tra le Highlands in Scozia, Repubblica Ceca, Olanda e chiaramente Italia. Senza dimenticare le avventure vissute da entrambi prima che ci conoscessimo. In quest’intervista però andremo a raccontare del viaggio che forse più ci ha segnati per la bellezza delle emozioni vissute: il nostro viaggio in Namibia.
Quando e perché avete intrapreso questo viaggio?
Siamo partiti nel mese di Dicembre del 2019. Una delle immagini che da sempre ci aveva fatto sognare era Deadvlei. Da amanti della natura costantemente ricerchiamo luoghi in grado di smuovere le nostre emozioni. Ci capita spesso di avere quasi le lacrime di fronte a scenari che sembrano metafisici. Deadvlei è proprio uno di questi. Senza poi dimenticare l’incredibile geologia di tutta la Namibia che per noi rappresenta davvero un libro a cielo aperto sulla storia. Ha influito sulla scelta della destinazione anche la voglia di voler vedere, nel proprio habitat naturale, i fantastici animali del macrocosmo africano. I giorni di safari e campeggi nell’Etosha sono stati di fatto tra i più belli dell’intero viaggio. Riassumendo, crediamo davvero che ad ispirarci sia stata la natura meravigliosa di questo Paese.
Giovanni, cosa hai messo nello zaino e quale attrezzatura hai usato?
La fedelissima PANASONIC GH5S che da anni ormai mi accompagna nei miei viaggi (inoltre trovo la sua tropicalizzazione fantastica per tipi di viaggio come quello in Namibia). Poi come obiettivi avevo con me il LEICA 12-35mm f2.8 – OLYMPUS 70 -150 mm (per safari specialmente – ottica non eccelsa ma ha fatto il suo lavoro come vedrete nel docu)
Una GOPRO HERO 7 fantastica per scene in auto on the road (anche se ultimamente l’ho sostituita prendendo un Ronin e montando la GH5S sul gimbal)
Il drone utilizzato è invece un MAVIC AIR (immagini girate in profilo colore d-log)
Qual è l’oggetto che non può assolutamente mancare nel tuo zaino?
Chiaramente è sottintesa la mia attrezzatura per le riprese. Non tanto per il bisogno di voler per forza realizzare contenuti, ma perché credo che il mio occhio sappia davvero godere appieno di un luogo osservandolo nella sua interezza. Cioè, senza perdere alcun dettaglio. E questo credo sia qualcosa che ho imparato proprio grazie al documentario. Tutto, che siano suoni, immagini, storie o visioni, entra a far parte della mia esperienza sensibile. Grazie a questo approccio sento di vivere totalmente un luogo accrescendo me stesso e i ricordi legati a quella specifica esperienza. Quindi, anche se può sembrar retorico, nel mio zaino non può assolutamente mancare il mio equipaggiamento di ripresa.
Avete visitato qualche progetto di ONLUS lungo il percorso?
Purtroppo in questo viaggio in Namibia non abbiamo incrociato onlus. È stata davvero costruttiva invece la visita al Cheetah Conservation Fund, un’associazione nata 30 anni fa per la salvaguardia e reintroduzione in natura dei ghepardi. La visione di CCF è quella di vedere un mondo in cui i ghepardi vivono e prosperano in convivenza con le persone all’interno di un sistema sostenibile che sia protettivo dell’ambiente, socialmente responsabile ed economicamente sostenibile. Un progetto che ci ha affascinati per la dedizione di Laurie Marker, che ha deciso di fare della Namibia e della salvaguardia dei ghepardi, la sua ragione di vita.
Nel 2012 Rosie, dopo una prima esperienza di volontariato in Kenya, invece ha ideato insieme al fratello Jan, un progetto di volontariato legato al calcio dal nome Football for Africa, dove attraverso progetti di raccolta fondi tra i vari licei d’Europa, hanno contribuito alla creazione di impianti sportivi e igienici in villaggi già da loro conosciuti precedentemente in Kenya. Il progetto è stato anche nominato come progetto dell’anno dall’internazionale Sir Peter Ustinov Award.
Quanto è costato il viaggio e come siete riusciti a pagarlo? Se vi va di dircelo 🙂
Considerando i voli, il noleggio per 14 giorni del 4×4, carburante, escursione a Walvis Bay e Sandwich Harbour, cibo e alloggi/campeggi siamo vicini ai 2000 €. Cerchiamo sempre di ridurre al minimo i costi di viaggio evitando magari alloggi per la notte molto cari o ad esempio alberghi. Data la nostra natura avventuriera spesso capita di campeggiare. Ed è una cosa che amiamo tantissimo perché il contatto con la natura in quel caso è davvero spirituale. Così come ci entusiasma anche essere ospitati in Guest house per toccare da vicino la realtà locale attraverso i racconti delle persone.
Per quanto riguarda sul come siamo riusciti a pagarlo, sostanzialmente con il lavoro di entrambi. Rosie è una wedding planner, io un videomaker freelance. Inoltre abbiamo una vita senza troppe pretese materiali. Ci piace credere che le migliori esperienze che possiamo regalarci sono i viaggi a cui davvero dedichiamo gran parte del nostro sognare. Ci concediamo solitamente uno o due grandi viaggi all’anno (durata variabile ma abbastanza lunghetti) più tante piccole mete anche vicine magari.
Quali sono i luoghi che vi sono più rimasti nel cuore?
Come anticipato senza dubbio l’inspiegabile e poetica Deadvlei. Poi Spitzkoppe con il suo arco naturale che sembra quasi una finestra su un mondo incantato fatto di rocce dalle forme variegate; ed infine Etosha National Park, in quanto mondo a sé in cui poter davvero vivere da vicino tutte le emozioni che questo continente meraviglioso sa regalare.
Quali sono i posti più suggestivi dove avete dormito?
Per chi ha avuto la possibilità di regalarsi un viaggio in Namibia, sa che praticamente ogni notte può davvero essere considerata magica. Il cielo in quella parte di mondo ha una nitidezza che sembra quasi poterle toccare le stelle. Da subito abbiamo scelto un 4×4 con tenda annessa, in modo tale da essere completamente liberi da vincoli di pianificazione da viaggio. Campeggiare in Namibia è stato letteralmente pazzesco. E tra i luoghi più belli citiamo: il campeggio a Spitzkoppe (abbiamo dormito proprio sotto il celebre arco naturale); fantastico anche l’Okaukuejo Camp nell’Etosha (memorabile il tramonto sulla adiacente pozza d’acqua); ed infine molto suggestivo anche il campeggio immerso nel verde di Waterberg.
Quali sono stati gli incontri più speciali che avete fatto?
Ci piace sempre tornare a casa con le storie degli altri. Cioè con i racconti di chi ha arricchito la nostra conoscenza. Dai racconti legati magari alla storia, fino a quelli più intimi e personali. Nel caso del viaggio in Namibia abbiamo ricordi speciali sulla comunità Himba. Ci teniamo ad aggiungere che entrare in contatto in maniera riservata, discreta e genuina con popolazioni indigene non è affatto facile. E di fatto il grande problema di chi è alla ricerca di autenticità è che spesso quest’ultima appare sempre mediata da un’inevitabile contaminazione turistica. Per questo spetta a ognuno di noi provare a restituire una propria immagine quanto più vicina al rispetto e alla curiosità senza intaccare il quotidiano di quelle popolazioni. L’approccio in questo incontro di culture differenti è tutto ed entrarci in punta di piedi è un dovere che non possiamo ignorare.
Se poteste fare un viaggio con una persona famosa (del presente o del passato), quale scegliereste?
Probabilmente l’uomo che più ammiriamo: Sebastiao Salgado. Abbiamo tutti i suoi libri fotografici che sono stati per noi grande fonte di ispirazione, di desiderio, di paura e di riscatto. Ci piacerebbe dirgli grazie per aver mostrato al mondo intero cosa significa fare della propria vita un impegno sociale portato avanti con sacrificio e dedizione. E infine gli chiederemmo di scattarci una foto insieme, però solo dopo aver ascoltato, per ore, le sue infinite storie sul mondo.
Qual è la prima cosa che fate ogni volta che tornate da un viaggio?
Mettiamo per iscritto tutto quello che abbiamo vissuto per poi elaborare un testo quando andremo a montare il documentario riguardo quel viaggio. È un modo per salvare i ricordi più intimi e le sensazioni a caldo. Quelle emozioni che magari col passare del tempo possono affievolirsi.
Diteci tre canzoni che non possono mancare nei vostri viaggi
Eddie Vedder – Album completo di Into the wild
Xavier Ruud – Follow the sun
Negrita – Rotolando verso sud
Quali sono i vostri libri preferiti?
Nella nostra lista non possiamo non citare:
Nelle Terre Estreme, di Jon Krakauer
Un Indovino Mi Disse, di Tiziano Terzani
Un po’ tutta la bibliografia di Luis Sepulveda
Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata
Sogni artici, di Barry Lopez
Bread and Ashes: A Walk Through the Mountains of Georgia, di Tony Anderson
Travels with Epicurus – Daniel Klein
Nel mare ci sono coccodrilli, di Fabio Geda
Giovanni, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Oggi, a 27 anni, percepisco dentro di me la voglia fortissima di far parte di qualcosa di importante. Di aiutare attraverso i miei documentari, le mie immagini, a sensibilizzare anche solo una persona riguardo tematiche nuove o per lui sconosciute. Per questo sento ardere il desiderio di voler prendere parte in futuro a progetti che abbiano un fine destinato al bene comune. Mi piacerebbe mettere al servizio della collettività le mie idee, le mie visioni, i racconti. Perché è davvero il modo migliore che ho di esprimermi.
Sogno davvero una vita da documentarista impegnato.
Qual è la tua frase citazione preferita?
Il rispetto e l’empatia per il più piccolo degli esseri viventi è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono.
Dove ti possiamo seguire?
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Mi reputo un sognatore e per questo motivo mi piace credere che il nostro VagaBonded: Love for Travel sia un progetto con un futuro roseo ricco di soddisfazioni. Non mancano le ambizioni e la voglia di mettersi in gioco perché solamente così potrò dimostrare quanto il racconto per immagini sia per me una ragione di vita. In ogni piccolo/grande documentario che ho realizzato in questi ultimi anni c’è un pezzo di me e del mio modo di concepire il mondo. Reputo quei video il mio biglietto da visita preferito. Un’ottima possibilità di conoscere la mia persona e le mie capacità. Ho investito tutti i miei sogni in questa strada e spero davvero quanto prima di essere notato da chi possa offrire al mio futuro nuove vie in cui credere profondamente!